giovedì 7 febbraio 2008

Qualcuno vede una somiglianza?


Questo è il risultato del lavoro fatto da Giovanni, io continuo a sostenere che era meglio per lui scegliere un'altra "modella" ma è convinto che sia io quella giusta... è un artista, che volete fare? Probabilmente vede quello che io proprio non riesco a vedere! Comunque chissà se la casa editrice del libro sarà soddisfatta, mi viene da ridere solo a pensarci... dovrò regalarne una copia autografata a tutti!!!
Incredibile ma vero, è stata accettata e così la mia bella faccia andrà veramente a finire sulla copertina del libro "Profumo" di Luigi capuana.
Se volete avermi nella vostra biblioteca potete comprare il libro on line: http://www.hoepli.it/libro.asp?ib=9788895916002&pc=000010001001002

mercoledì 6 febbraio 2008

Carnaval 2008 - Pepepepepepepepepepeep

Martedì grasso ma grasso, grasso!!!
La mia casa di Viterbo è grande solo 32 mq ma ieri sera ha ospitato per una cena festosa una trentina di persone.
Come al solito metto insieme tutta gente che fa cose diverse e che viene da ambienti diversi ma il bello è che ad un certo punto della serata si comportano tutti come se si conoscessero da anni. Credo che il merito di questo sia un pò per il fatto che mi circondo di gente speciale e un pò per il fatto che a casa mia si respira aria di libertà.
Mancavano solo i botti (a parte quelli di Camilla (-:) e avremmo fatto un veglione di capodanno. Tra le cose più esilaranti della serata, le barzellette di Alessandro, una di quelle persone che non parlano mai ma che quando aprono bocca ti fanno morire dal ridere, e i trenini guidati da Giancarlo. Nella foto, accanto a me c'è Delizia, una pazzoide che adoro e che mi dispiace di aver conosciuto veramente, solo negli ultimi mesi ma se è vero quello che penso di lei non ci perderemo, VERO DELIZIA??? Purtroppo con una definizione bassissima, ma vi regalo un paio di filmati che rappresentano a meraviglia la festa durante e dopo.


domenica 3 febbraio 2008

Gli avvenimenti buffi della mia vita

Giovedì mi sono arrivate nel giro di poche ore due proposte che a parer mio sembrano un poco buffe. Una me l'ha fatta Duilio e l'altra Giovanni, due pazzi che credono che io sia la loro modella ideale.
Duilio, il mio fotografo preferito, deve partecipare ad un concorso fotografico con tema "la dama con l'ermellino" e ha deciso che io sono il suo soggetto ideale (sò per certo che la sua valutazione è poco obiettiva). Non so cosa si inventerà, forse una visione futuristica dell'opera del Da Vinci con me vestita da sioux con le trecce, le penne e un lupo in braccio al posto dell'ermellino.


Giovanni, grafico di nota fama, mi vuole invece, per realizzare la copertina di un libro. Di seguito riporto la mail che mi ha inviato per farmi capire di cosa si tratta:
Cara Claudia, ti mando un immagine del quadro di Boldini che mi serve come rifermento per la foto che ti dovrò scattare per la copertina del libro. La protagonista è una giovane di 19-22 anni. La storia verte sulla vita di una giovanissima sposa siciliana che, immediatamente dopo le nozze con Patrizio, si trasferisce in un convento abbandonato in un paese della Sicilia. Con gli sposi si accompagna l'onnipresente madre di Patrizio, che malvede la nuora. Il figlio, succube della madre, disattende leaspettative d'amore e d'affetto dell'innamorata Eugenia, la qualereagisce alla mancanza di attenzioni e all'odio che le porta la suoceracon delle misteriose crisi da cui si solleva odorando di zagara.Il profumo dei fiori d'arancio che pervade da tutta la sua candidapelle è un modo per attirare a sé il disattento marito. Alla fine, la suocera, da tempo malata, muore e il marito, come l'ape sui fiori odorosi di zagara, torna dalla bella e desiderosa moglie.
Ora, la domanda nasce spontanea: "ma che c'azzeccano 'ste due con me"?
Chi lo sa, lasciamo che gli artisti facciano il loro lavoro e creino una meraviglia da me che di meraviglioso ho solo il cuore!

Pieve Tesino (Trento) 16 - 17 - 18 gennaio 2008

Tre giorni di lavoro in uno dei paradisi d'Italia.
Sono partita con Paolo, il mio correlatore, e Mario, ricercatore del CNR, per andare a fare delle operazioni di manutenzione alla stazione meteo di Passo Brocon, istallata per il progetto CarboItaly.
Dovevamo restare solo 2 giorni ma un'eccezionale nevicata ci ha costretti a restare un giorno in più.
Sono stata benissimo e ho avuto modo di conoscere meglio la persona che mi accompagnerà durante gli ultimi passi di questo non più infinito percorso universitario. Paolo è simpatico, calmo e dà veramente l'impressione di uno che se hai bisogno di una mano non esita a dartela.
Durante questi giorni credo di aver avuto per la prima volta in vita mia le idee chiare su quello che "voglio fare da grande".
E' stato interessante vedere su scala ridotta quello che faremo in Ghana sulla torre ed è ancor più interessante pensare di poter lavorare tutta la vita all'aria aperta in mezzo alle foreste più belle del mondo.
Una volta arrivati alla stazione abbiamo dovuto scavare una montagna di neve per poter tirare fuori gli strumenti, pensare di aver studiato tanto per fare questo è entusiasmante, non vedo prospettiva migliore, ci passerei la vita a spalare neve in posti come questo!!!

sabato 2 febbraio 2008

Il mito dell’Eros femminile: Caccia al punto G... un pò di informazione che non fa mai male!

Si trova davanti all’uretra ed è responsabile dell’orgasmo vaginale. Parola di un’équipe di scienziati che rispolvera un’illusione maschile.
Rimboccati le maniche è ora di raccogliere la sfida. Adesso lo stanerai, quel maledetto punto G, anche se dovessi passarci la notte.... L’esortazione rivolta al lettore di uno dei giornali maschili più diffusi, quelli per l’uomo dal ventre scolpito che sprizza virilità da tutti i pori, ha un che di aggressivo: la prospettiva di passare ore e ore con le dita nella vagina della partner, in una testarda ricerca della "più esplosiva delle zone erogene", francamente fa rabbrividire. Però... però è vero che il punto G, una zona spugnosa grande quanto una monetina, ricca di terminazioni nervose, posta a circa quattro centimetri dalla vulva, è sempre stato circondato da un alone di mistero. Esiste? E dove si trova? Tutte le donne ce l’hanno? E come funziona? A descriverlo per la prima volta, negli anni Cinquanta, era stato il ginecologo tedesco Ernst Grafenberg, che sull’“International Journal of Sexuology” aveva parlato di "un’area localizzata sulla parete anteriore della vagina, che si ingrossa durante la stimolazione sessuale". Poi, a dargli dignità scientifica era stato il best-seller “The G Spot” (così chiamato proprio in onore di Grafenberg), scritto dai tre medici americani Ladas, Whipple e Perry. Che però non avevano convinto tutti. Anzi: la coppia terribile della sessuologia mondiale, Masters&Johnson, aveva bollato le affermazioni sul punto G come "un mito da sfatare". E ancora l’anno scorso il medico americano Terrence M. Hines della Pace University, sulle pagine dell’“American Journal of Obstetrics and Gynecology”, lo aveva definito un’Ufo della ginecologia: a lungo cercato, molto chiacchierato, ma mai effettivamente dimostrato su basi scientifiche. Oggi, invece, il punto G sta vivendo una sua seconda giovinezza. Qualcuno ha scomodato i testi medici dell’età di Aristotele per dimostrare che anche la Grecia classica conosceva benissimo il bottone del piacere femminile. Chi si è andato a rileggere gli antichi testi tantrici ha scoperto una meravigliosa sovrapposizione tra il Saspandana, o “punto della beatitudine”, e l’area descritta da Grafenberg. Le librerie si affollano di manuali come “Il grande O. Orgasmi: come averli, come procurarli” di Linda Lou Paget (la sacerdotessa del sesso già autrice di “Fallo felice” e “Rendila felice”), in cui interi capitoli sono dedicati alla stimolazione del punto G. La rete pullula di siti che offrono in prova gratuita (soddisfatte o rimborsate) i vibratori a uncino, progettati per raggiungere e massaggiare proprio quella zona erogena, nonché bacchette di cristallo (proprio così) adatte alla stimolazione dell’interno vagina, e ancora magiche perline da usare nella vasca, per bagni indimenticabili. Dal punto di vista scientifico, invece, il merito della riscoperta del punto G va a un gruppo di ricercatori dell’Università dell’Aquila guidati da Emmanuele A. Jannini, titolare della cattedra di sessuologia medica. Che con uno studio appena pubblicato su “Urology”, prestigiosa rivista americana, ha ottenuto due risultati: gettare nuova luce sulla sessualità femminile, e contemporaneamente far infuriare un certo numero di donne. Ecco perché. "Il nostro obiettivo, più che localizzare definitivamente il punto G, era quello di dimostrare la grande somiglianza di quest’area particolarmente sensibile del corpo femminile con alcune strutture anatomiche tipicamente maschili: la prostata e i corpi cavernosi del pene", spiega Jannini. E, passo successivo, anche rivalutare il possibile uso dei farmaci per l’erezione, Viagra in primo luogo, per stimolare e migliorare la capacità orgasmica nelle donne con disfunzioni sessuali. Lo studio ha coinvolto 14 donne decedute in un’età compresa tra i 20 e i 40 anni. Alla base della ricerca c’è un anticorpo monoclonale specifico per la fosfodiesterasi, ovvero l’enzima che inibisce la dilatazione dei vasi sanguigni e che è dunque responsabile della mancata erezione nel maschio. La fosfodiesterasi è per l’appunto il bersaglio del Viagra: quando l’enzima viene bloccato dal farmaco, l’eccitazione maschile raggiunge il suo apice. Ebbene, dicono i ricercatori italiani, la fosfodiesterasi è risultata presente anche nelle cellule vaginali delle 14 donne decedute, in particolare in quelle prelevate dalla parete anteriore della vagina, lì dove sono presenti due strutture anatomiche poco descritte e poco conosciute: le ghiandole di Skene e i corpi cavernosi. Già, proprio corpi cavernosi, del tutto simili, a livello microscopico, a quelli presenti nel pene dell’uomo. "Le ghiandole di Skene, dal canto loro, sarebbero il corrispettivo della prostata maschile, atrofizzata, come residuo della fase embrionale", continua Jannini. Insomma, secondo i ricercatori italiani non soltanto il punto G esiste, ma è il principale responsabile di quell’orgasmo vaginale, secondo alcuni più profondo e intenso di quello provocato dalla stimolazione della clitoride, che in alcune donne può essere accompagnato da una sorta di eiaculazione: la fuoriuscita, durante l’acme del piacere, di un liquido assai simile per composizione al fluido seminale maschile, tranne che per la presenza di spermatozoi. "D’altra parte, che anche le donne potessero eiaculare lo si sapeva benissimo sin dal Seicento", continua Jannini. Lo sapevano, in Uganda, le donne della tribù Batoro, che tramandavano alle più giovani l’usanza dello “kachapati”, ovvero “spruzza il muro”. Lo sapeva persino il marchese de Sade, che descriveva con dovizia di particolari la secrezione, durante l’amplesso, di questo materiale sieroso. E poi? "Poi, nell’Ottocento, è arrivata la regressione vittoriana, il piacere femminile è stato negato, e con lui sono scomparsi il punto G e l’eiaculazione femminile", conclude il ricercatore. Ora, però, con la “riscoperta” del centro nevralgico del piacere femminile, tutto torna al suo posto. O quasi. Dal lavoro degli studiosi italiani, infatti, si evince che non tutte le donne hanno il punto G. "La variabilità di questa struttura è grandissima", spiega Jannini, "nel 20 per cento del nostro campione, semplicemente non è presente". E poiché si stima che circa il 50 per cento delle donne non abbia mai provato in vita sua un orgasmo vaginale, ecco che per buona parte di esse la colpa del mancato piacere potrebbe essere una questione strettamente anatomica. Non soltanto non lo hanno provato, ma non lo proveranno mai. Non per colpa di un partner poco efficiente, per inesperienza, per retaggio culturale: no, semplicemente perché manca loro la struttura predisposta. Di qui la rabbia delle signore. Le più accanite sono le francesi, scatenatesi dopo la pubblicazione su “Le Figaro” di un articolo dedicato alle ricerche di Jannini & Co. "In questo modo l’orgasmo vaginale diventa l’unico possibile, la sola strada per una sessualità matura (come per altro aveva già detto Freud, ndr)", tuona sul quotidiano transalpino Maya Surduts, del Coordinamento delle associazioni per il diritto all’aborto e alla contraccezione. "Non possiamo dire alle ragazze che si masturbano, e che raggiungono l’orgasmo con la stimolazione del clitoride, che sono solo persone immature", le fa eco Jacques Waynberg, dell’Istituto di Sessuologia di Parigi. Anche in Italia i commenti non sono tenerissimi: "Apprezzo le ricerche sulla sessualità femminile, fin troppo trascurata. Ma un campione di 14 donne mi sembra un po’ ridotto. E soprattutto, non mi piace che da uno studio del genere si traggano conclusioni affrettate", commenta la sessuologa Chiara Simonelli. Come quella per cui se la donna non raggiunge l’orgasmo, tutto sommato è un problema suo. "In realtà l’inesperienza maschile pesa moltissimo sull’insuccesso di un rapporto", continua Simonelli. E poi, il rischio è quello di distinguere un orgasmo di serie A, quello vaginale, da un orgasmo di serie B, clitorideo. "Diventa una visione androcentrica, in cui il piacere femminile dipende in tutto e per tutto dalla penetrazione", continua Simonelli, "non mi stupisce che queste ricerche emergano proprio in un periodo in cui si tenta di tornare al passato, in tanti settori". A parziale difesa del maschio italico si leva invece l’opinione di Vincenzo Mirone, presidente della Società Italiana di Andrologia: "Non credo che per questo gli uomini si sentiranno deresponsabilizzati. Se non altro perché i maschi sono ignoranti in materia di sesso, e non solo di quello femminile". Meglio sarebbe, insomma, se prima di incaponirsi alla ricerca del punto G, i maschi italiani imparassero a conoscere meglio il proprio sesso... anche per evitare di dire cose come: "ma che me l'hai fatta addosso"!?!

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