mercoledì 26 dicembre 2007

Africa - Ghana 2007

French man's hotel - Ankasa Forest 30/11 - 10/12

Questa è stata la mia residenza ghanese durante gli ultimi giorni ad Ankasa. Stupenda!
Si trova vicino ad un piccolo villaggio ma è praticamente isolata sulla cima di una collina. Intorno qualche piccola casa ed una decina di anime ad abitarle.
Stavo senza acqua e senza luce ma in compenso la sera si accendevano milioni di lucciole, uno spettacolo che ormai in Italia non possiamo più vedere.
Avevo un bidone in cui raccoglievo l'acqua piovana, che in questa zona fortunatamente non manca mai.
Mi sono lavata per dieci giorni con l'antisettico e ho cotto riso e moscerini tutte le sere ma in confronto al relax che ho provato niente è importante.
La mattina presto mi alzavo e con la mia bicicletta raggiungevo la sede del parco per poi andare a piedi fino alla torre a fare il mio lavoro. La sera verso le 5 tornavo nel mio albergo ***** e preparavo il solito riso e uova o riso e sardine. C'era sempre qualcuno che veniva a trovarmi anche se non aveva niente da dirmi, sembrava che il loro passatempo preferito fosse guardarmi!
Non so se la prossima volta tornerò lì, io lo spero tanto ma purtroppo la sua ubicazione è un pò troppo lontana dalla torre e se non compreremo un mezzo motorizzato, difficilmente potrò starci.

La mia stanza era un covo di topi e blatte ma dopo un giorno di olio di gomito ho reso quella piccola capanna, una reggia principesca. La notte dalla foresta arrivavano dei suoni fortissimi, era pieno di animali rumorosi ma che non disturbavano affatto il sonno, anzi...
Caldo tanto caldo e un'umidità pazzesca, credo di non aver mai indossato dei vestiti asciutti durante tutto il tempo ad Ankasa.
A rendere tutto ancora più piacevole c'era la compagnia di Abyio che dopo il lavoro passava il suo tempo con me a mettere a posto i dati raccolti durante il giorno. E' un guardiaparco e mi ha aiutato molto a gestire i rapporti con quelli con cui lavoravo. Mi ha dato una mano a fare un pò tutto e anche adesso sta cercando un botanico con cui vorrei collaborare ma che sembra irrangiungibile. Siamo stati insieme anche ad Accra ma se devo dire la verità, da buona vecchia romana, in città gli sono stata più utile io. La gente che ha sempre vissuto nei villaggi è ovviamente molto semplice, pensare a loro in una società come la nostra mi fa venire i brividi, chiunque potrebbe approfittarne. Se mai avrò tempo, la prossima volta dovremmo andare insieme in Nigeria a prendere la sua macchina che diventerà temporaneamente la mia e a conoscere suo padre che vive lì e lavora in tv... magari vado a fare la ballerina a TeleNigera!!!

La foresata di Ankasa è veramente bella, l'altezza degli alberi è di 40 m, sono dei giganti.
Questa nella foto è la Cattedrale di Bambù un posto mistico in cui ci sono degli enormi ciuffi di bambù e un piccolo fiume che con il rumore delle acque che scorrono rompe l'insolito silenzio che non è certo tipico di questa foresta. Qui vicino c'è un campo in cui vivono 7-8 guardia parco ed è probabilmente lì che andrò a stare a febbraio.
Insomma non vedo l'ora di tornarci anche se potete stare tranquilli, l'esterofilia non l'avrà vinta su di me neanche stavolta, per quanto sia un posto meraviglioso, il mio corpo non è fatto per vivere lì e quindi mettetevi l'anima in pace, dovrete sopportarmi ancora per molto!!!

domenica 16 dicembre 2007

Africa - Ghana 2007

La torre 24/11/2007


Alcune foto della torre che è stata costruita per la realizzazione del progetto che la mia Università sta portando avanti in Ghana. E' alta 70 m e proprio lassù verranno messi gli strumenti che dovranno misurare l'assorbimento di carbonio della foresta di Ankasa.
Io farò uno studio su biodiversità e biomassa per poter caratterizzare e descrivere la zona intorno alla torre.

martedì 11 dicembre 2007

Africa - Ghana 2007


Villaggio Nglicaso, 28 novembre 2007

Stasera è stata una sera speciale.
Marion poco prima di prendere l’aereo mi ha chiesto il favore di ritirare un tamburo che lei non aveva fatto in tempo a prendere, e di portarlo in Italia. Quando l’ho visto dentro la mia testa le ho mandato tante di quelle parolacce… 11 kg di “drum”… ma stasera ho ringraziato di averlo. Verso le sei sono andata in riva al mare e mi sono nascosta dietro una catasta di mattoni per provare a suonare un po’ por bulerias, un ragazzo mi ha visto, è venuto a sedersi vicino a me e mi ha insegnato un ritmo afro. Non è passato molto tempo e un po’ alla volta hanno iniziato ad avvicinarsi dei bambini, poi i più grandi e alla fine tutto il villaggio era intorno a noi che cantava. Ad un certo punto ho giustamente ceduto il posto a chi sa suonare e mi sono messa a ballare e a cantare con gli altri. Ho dato il meglio delle mie doti di free dancer e ci siamo divertiti come i pazzi. Per loro è già speciale vedere una bianca se poi balla come se fosse posseduta lo è ancora di più!Quando abbiamo smesso perché altrimenti gli anziani si arrabbiavano, mi hanno aiutato tutti a rimettere a posto le mie cose e con un bambino su una mano e Jonh sull’altra mi sono avviata verso la casa dove sono gli altri (io vivo in una stanza a parte) e senza che me ne fossi resa conto una cinquantina di bambini mi avevano seguita per dirmi buonanotte.
Il mio rapporto con i ghanesi migliora ogni giorno di più, all’inizio sono stata a sentire molto i consigli di chi aveva più esperienza di me in questo paese ma poi mi sono resa conto che c’è una regola che vige in ogni parte del mondo: si te stesso nel rispetto del prossimo e vedrai che ti troverai sempre bene.
Sono convinta che se mi organizzerò come si deve prima di partire, quando tornerò non soffrirò neanche la fame come sta succedendo ora. L’unico motivo perché riesco a sopportare i digiuni è che gli input che mi arrivano sono talmente tanti e continui da non accorgermi dei crampi allo stomaco.
Domani ho promesso ai ragazzi che faremo la prima partita di rugby della loro vita, ho portato un pallone, con quella strana forma ovale non ne avevano mai visti, sono tutti euforici e non vedono l’ora di giocarci.

E’ veramente un posto speciale l’Africa, spero sul serio di inquadrare al più presto la mia posizione lavorativa per riprendermi la totale libertà perché sono sicura sia l’unico modo per vivermi a pieno questa esperienza.

Ciao ciao vado a nanna!

Africa - Ghana 2007


Fumesuà, 18 novembre 2007

E come faccio stavolta a raccontarvi questo viaggio?!?!?
Quello che i miei occhi stanno vedendo in questi giorni è fuori da ogni immaginario. Il Ghana è un posto meraviglioso, le persone sono tutte gentili, oneste e sorridenti. Il ritmo lento delle loro azioni entra in contrasto con l’enorme confusione che c’è per strada. Di giorno non c’è persona che non stia fuori dalla sua casa a vendere qualcosa, donne, uomini e bambini, tutti in giro portando in testa pesi esagerati passando tra le macchine per fare i loro commerci. Piccoli banchi in ogni angolo; si fa tutto in strada, si cucina, si ammazzano i polli, si pettina, si mangia.
Musica e prediche ovunque; sono tutti molto religiosi ed è probabilmente per questo che non esiste la delinquenza e se qualcuno si azzarda a fare qualcosa di male tutta la popolazione gli si rivolta contro.
Le persone bianche sono qualcosa di speciale per loro e quando ti incontrano ti chiamano Brunì (donna bianca), e ti chiedono sempre come stai, come ti chiami e dove stai andando. I bambini si ammazzano dalle risate e ti salutano in continuazione.
Colori ovunque, per assurdo un posto dove la morte è all’ordine del giorno, è pieno di vita.
Ieri ho passato l’intero giorno a Kumasi e ho avuto la fortuna di assistere ad un matrimonio e ad un funerale, e altro assurdo, mi è piaciuto di più il funerale! Per tale cerimonia tutti si vestono con un telo nero, si tirano a lucido e insieme festeggiano la morte ballando e cantando.
Il mio nome qui è Abena Chaithirì perché sono nata di martedì e sono l’ultima figlia..
Dopo essere stata ad Accra due giorni con Renato ed Elisa, come da programma ho raggiunto Marion, la studentessa francese, a Fumesuà al FORIG. Lei ormai è totalmente integrata, parla persino la lingua del posto, il “Twi” e ritengo che sia una fortuna per me perchè in questo modo è tutto più veloce. Per raggiungere la città prendiamo il Tro - Tro che è il mezzo più buffo che abbia mai preso nella mia vita, è un pulmino con una 15ina di posti a sedere e che traballa un sacco ma lo fa a tempo di musica. Puoi fare anche dei lunghi viaggi con il Tro – Tro, i bagagli si mettono sopra sul portapacchi; addirittura ci mettono anche gli animali vivi!
Non ho ancora cominciato il mio lavoro ma non fa niente, ho cercato un po’ di bibliografia qui nel centro di ricerca forestale e domani finalmente andrò nella foresta di Bobiri.
Di zanzare ce ne sono veramente poche e solamente di sera, se si sta attenti a rispettare determinate regole di comportamento, non c’è pericolo. Idem per i batteri intestinali, basta non essere sbruffoni credendo di poter bere e mangiare qualsiasi cosa e non succede nulla.
Certo non è il posto più pulito del mondo ma per quello che ti dona a livello emotivo ci si adatta a qualsiasi situazione.
Sto bene e credo proprio che non avrò problemi a tornare a gennaio, anzi…
Un abbraccio a tutti e se volete venire con me la prossima volta cominciate a prepararvi, vi assicuro che ne vale la pena.
A proposito, qui si che il mio inglese sta migliorando, è talmente piacevole parlare con la gente che il criceto che ho in testa viaggia a 3000!!!
Baci, baci, baci.

venerdì 9 novembre 2007

Preparativi...

E quasi arrivato il giorno della partenza e ancora sento di essere in alto mare con i preparativi.
In realtà credo che non mi sentirò mai pronta perchè non ho la più pallida idea di quello che mi aspetta veramente.
Da due giorni a questa parte si sta "occupando di me" un ragazzo francese che sta facendo il suo dottorato di ricerca proprio nella foresta di Ankasa.
Per lui sembra essere tutto molto semplice anche se in realtà non è proprio così!
Praticamente io partirò da Fiumicino con Elisa (una dottoranda) e Renato (il tecnico) ma non proseguirò il mio viaggio con loro perchè da sola dovrò prendere un pullman per raggiungere prima una ricercatrice francese con cui farò una settimana di praticantato, e poi uno studente ghanese con cui farò una comparazione su un'altra tipologia di foresta. Alla fine di queste due settimane, in cui metterò a punto il metodo da utilizzare per la mia tesi, partirò per Ankasa dove comincerò ad organizzare il lavoro per gennaio/febbraio quando tornerò per fare i rilievi.
In questo modo ho la possibilità di girarmi buona parte del Ghana dovendo interagire con la gente del posto, anche se non posso nascondere di avere un pochino d'ansia... sapete com'è, sto andando in Africa, mica a Frittole!!!


sabato 3 novembre 2007

Tornando a casa

Questa sono io durante uno dei miei rientri notturni a casa quando ero a Dublino...

Ultimi giorni a Dublino

Gli ultimi saranno i primi!
Questi ragazzi erano i miei compagni di stanza insieme a Margaux (nella foto sotto e Gordana) e quella alle noste spalle la cucina dove ho potuto preparare il mio primo pasto decente in Irlanda. Pepe e Adrian, spero proprio di rivederli. Adrian è un biologo e quando abbiamo scoperto di avere questa passione in comune ci si sono illuminati gli occhi, sai com'è, siamo bestie rare noi innamorati delle piante!!!
Qui sotto siamo io, Margaux e Paul da me ribattezzato "Mr. j'adore". Vero franco-brasiliano D.O.C. che... fatevi gli affari vostri!!!

Insomma è finita anche questa esperienza all'estero, forse l'unica così sofferta. Fortunatamente però anche qui tra i tanti incontri qualche persona speciale è uscita fuori. Margaux è una vera esplosione di energia e mi ricorda tanto me quando avevo la sua età (cacchio ragazzi comincio a parlare come una vecchia ma effettivamente ho ben 15 anni più di lei!!!).
Ora però l'unica cosa che ho in testa è la partenza per l'Africa, ieri ho comprato il biglietto e se mi volete salutare all'aeroporto sappiate che parto il 13 novembre alle ore 9 a.m.
A proposito, il giorno prima faccio 33 anni... ommioddio!!!

domenica 28 ottobre 2007

Dublino, 28 ottobre 2007

Wow, e pure stavolta me la sono cavata!
Ora vivo in una belissima residenza universitaria piena i studenti super animati e super "vivi e lascia vivere". Insomma come al solito gli ultimi giorni che stai in un posto sono sempre i migliori, sarà per questo che poi la voglia di viaggiare non mi passa mai.
In camera con me c'è una ragazza belga, Margaux, che è veramente fantastica, ha solamente 18 anni e già parla 4 lingue perfettamente. Stanotte è tornata veramente mal ridotta ma è il suo tempo d'altronde, e poi fa piacere ogni tanto raccogliere qualcuno al posto di essere raccolta.
Ieri notte per strada ho visto scene veramente fantascientifiche; qui quando si ubriacano diventano veramente molesti e aggressivi, si esaltano ed esagerano senza controllo. Le scene peggiori le fanno sicuramente le donne che si riducono a grette e indecenti ubriacone.

Comunque parlando di cose serie, domani ho un appuntamento importante con una persona che conoscerò grazie ad un'altra persona per me molto importante e vedremo un pò se mi toccherà tornare qui tra qualche mese per approfittare di una grande opportunità lavorativa che si potrebbe presentare. Intanto dovrei fare sta grande cosa di scrivere un CV ma per me è complicatissimo perchè finora ho fatto veramente qualsiasi lavoro ma non sempre certificato e mi piacerebbe poterci mettere tutto ma non si può.
Quando sarà ufficialmente pronto lo metterò sul blog, è una cosa che mi rispecchia molto visto che ho cominciato spianando pizze, poi facendo la cameriera, la segretaria, la promoter, l'assistente bagnanti, la barista, l'operaio forestale specializzato, la ballerina (con tanto di qualifica certificata dalla RAI) insomma tutto un minestrone, proprio come la mia testa!!!
Vi voglio bene e so che me ne volete anche voi altrimenti non stareste qui a rompervi leggendo le mie storie.

venerdì 26 ottobre 2007

Dublino, 26 ottobre 2007

Meglio non definirmi, ieri non avevo molto tempo ma praticamente le cose stanno così:
1) ho chiamato l'Università e mi hanno detto che la partenza per il Ghana è rimandta di almeno una settimana;
2) ho parlato con questi della scuola e mi hanno detto che oggi è l'ultima notte che posso restare dalla mia host family;
3) sto cominciando ora a capirci qualcosa e una settimna in più mi aiuterebbe a fissare tutto quello che ho imparato e tra l'altro mi costerebbe quasi meno fare un'altra settimana di corso con host family che pagare un albergo per i prossimi 3 giorni.
...
insomma la mia confusione è quasi giustificata comunque alla fine credo che la soluzione più ragionevole sia andarmene a Galway dove ci sono dei b&b very beautiful.
Vi farò sapere.
Baci

giovedì 25 ottobre 2007

Dublino, 25 ottobre 2007

Lo so che sembro pazza o forse semplicemente lo sono ma le cose qui stanno cambiando... voglio dire non è che sta cambiando qualcosa intorno a me, semplicemente sto cambiando io.
Non riesco ad essere vincolata da niente e non mi piace affato rispettare le regole dettate dalla necessità quando questa non è tale.
Forse resto un'altra settimana!!!

martedì 23 ottobre 2007

Dublino, 23 ottobre 2007

Ok, ieri ho esagerato un po'.
Il grande problema che ho qui e' che la mia host family e' pessima e mi fa alzare male la mattina perche' oltre a farmi fare la fame mi ruba anche i viveri che mi compro da sola.
Oggi e' stata una giornata molto migliore delle altre, il sole non e' mai stato coperto da una nuvola e ho parlato tutto il giorno inglese. Mi si cominciano a schiarire le idee ed inizio a dare una logica a questa lingua.
Sicuramente andando avanti col tempo la disprezzero' sempre meno e chissa' forse un giorno riusciro' anche a farmela piacere.
Giovedi' vado ad una festa carioca, lo so che sembra una malattia la mia ma che ci posso fare se continuo a conoscere solo brasiliani?
Ottimo programma anche per il fine settimana, me ne vado a Galway!
Un bacio a tutti, vi prometto che da oggi smettero' di lamentarmi e di essere cosi' latinofan.

lunedì 22 ottobre 2007

Dublino, 22 ottobre 2007

Hi,
passato il fine settimana ed eccomi di nuovo in questa stupida scuola!
Se avessi avuto un pc sotto mano sabato sera avrei scritto un poema.
Come sempre ormai, sono uscita da sola e finalmente ho avuto il coraggio di entrare in un pub molto irish e prendermi un pò di birre.
Ho beccato questo posto fantastico dove si respira aria tutta irlandese e ho chiacchierato per due ore con un tipo. Questo mi ha permesso di capire se questa lingua mi piace o no. Continuo a sostenere: "mi fa schifo"!
Purtroppo, nonostante la mia naturale predisposizione alla chiacchiera, mi costa veramente tanto esprimermi alla loro maniera e poi hanno un accento orribile, tagliano tutte le parole e come è risaputo, non fanno il minimo sforzo per parlare un pò più lentamente quando si rivolgono ad uno straniero.
Sono tutti gelatinosi e i muscoli devono esserseli dimenticati da qualche parte.
Di giorno corrono tutti a lavoro nei loro vestiti perfetti e la sera si trasformano in dei mostri urlanti privi di ogni buona maniera. Le donne diventano delle oche svestite e di fuxia colorate... credo proprio che Dublino non sia la città che fa per me!
Ho conosciuto diversi stranieri che vivono qui e quando ho chiesto loro come si vive mi hanno tutti risposto la stessa cosa: "bene, si guadagna tantissimo"!!! Mai nessuno mi ha risposto, è una città bellissima, la gente è fantastica, sto bene ho un sacco di amici, ecc...
Sabato ho vissuto a pieno la notte perchè dopo il pub, sono andata in un bar a vedere la finale del mondiale di rugby e poi ho chiuso in bellezza con due brasiliani in una disco a 4 piani fino alle 3. Insomma sono stata in tutti gli ambienti notturni del posto e la mia opinione è sempre la stessa: la vita qui è una schifezza!
... e poi sto posto puzza troppo di soldi e poco di calore.
A domani





mercoledì 17 ottobre 2007

Dublino, 17 ottobre 2007

Prima di partire ero sicura che non poteva essere altrimenti: mi hanno messo subito nel corso pre - intermedio, intermedio.
A me piace troppo chiacchierare e quindi quando sono all'estero imparare la lingua del posto diventa un bisogno primordiale.
Ho delle lacune gigantesche nella grammatica ma non se n'è ancora accorto nessuno perchè la sera al posto di andarmi ad ubriacare sto a casa a studiare cercando di recuperare quello che mi manca rispetto agli altri (il mio non è tutto senso del dovere, direi che tale comportamento è dettato in buona parte dalla mancanza di soldi!).
Stamattina mentre venivo a scuola sono riuscita ad incontrare gli occhi di qualcuno, cosa che fino ad oggi sembrava impossibile. Qui ognuno segue la sua strada e se non stai attento ti investono sia se stanno a piedi che se stanno in macchina... e non parliamo poi di quelli che stanno in bici!
Sto pensando seriamente di comprarmi un monopattino, per arrivare a scuola ci vogliono 45 min a piedi con ritmo andante e tutte le mattine mi tocca correre (chi mi conosce sa bene che sono una ritardataria cronica).
Non ho ancora conosciuto neanche un irlandese (a parte la signora che mi ospita e gli insegnanti della scuola), l'unica persona con cui ho parlato per un bel pò fuori dalla scuola, è stato un brasiliano che parla un ottimo inglese ma con cui ho parlato un ottimo portoghese, cacchio!!!
Stasera ci sarà un'uscita collettiva internazionale, una di quelle serate in cui ormai sono diventata bravissima a mimetizzarmi tra i "giovanissimi" e in cui mi diverto come una pazza a ballare alla mia maniera, Andrea, Federica, Paolo e chi ha avuto il piacere di passarne una con me sa bene che significa (-:
Ora vi saluto che vado a comprarmi le lenzuola, non ce la faccio più a dormire sull'asciugamano e sotto il giacchetto!!!
Baci a tutti

lunedì 15 ottobre 2007

Dublino, 14 ottobre 2007

La prima cosa che ho notato appena arrivata e' che faceva un caldo pazzesco ma c'e voluto poco per vanificare la mia speranza che fosse sempre cosi'.
Come tutti dicono qui piove quasi sempre e un attimo fa caldo e l'attimo dopo fa freddo.
La signora che mi ospita e' una mezza esaurita che va sempre di corsa, cucina uno schifo ma non mi posso lamentare, certo se smettesse di far cadere i capelli di non so chi nel mio piatto sarebbe meglio!!!
La zona in cui abito e' un po' bruttina ma non e' molto lontano dal centro e questo mi permette di spostarmi a piedi ed evitare di prendere l'autobus che come tutto qui, e' molto molto caro.
Oggi ho fatto un giro per il centro, Dublino e' una bellissima citta' e spero di riuscire a visitarla come si deve e soprattutto di riuscire ad andare in qualche festa universitaria del Trinity College che e' veramente fico!!!
Nella scuola dove studio e' piena di spagnoli, non li sopporto, tutti gli chiedono di parlare inglese e loro manco per il cavolo. Quando mi hanno chiesto che lingua parlo ho risposto, sapendo di essere l'unica, "portoghese", tanto per evitare anche quei 4 italiani che vagano cercando qualcuno con cui parlare.
A domani, per oggi basta che mi fa male la testa.
Un bacio a tutti!

mercoledì 26 settembre 2007

Reserva integral do Superaguì - Brasil agosto 2006

Se c'è una cosa che ha caratterizzato il viaggio in Brasile sono stati sicuramente i mezzi utilizzati per gli spostamenti, non c'è dubbio!!!

Una volta finito il Symposium io e Simone siamo tornati da Valter a Curitiba e con lui abbiamo organizzato una "piccola escursione" che ci ha permesso di fare una delle esperienze più indimenticabili della nostra vita.
Siamo partiti da Curitiba e raggiunto San Paolo abbiamo preso un pullman per arrivare a Guaraqueçaba, come al solito in non poche ore, anche se stavolta a determinare il tempo di percorrenza non è stata tanto la distanza quanto la strada! Km di mulattiera in mezzo a fitta vegetazione e a pochi piccoli villaggi, fino a questa cittadina affacciata sulla laguna da cui poi l'indomani mattina siamo partiti per la nostra avventura.
Per dormire ci siamo spacciati per due ricercatori italiani accompagnati da un rappresentante della Universidade Federal do Paranà e, senza troppa difficoltà, siamo stati ospitati nel Centro di Ricerca del parco del Superaguì.
La sera stessa abbiamo cercato qualcuno che ci potesse accompagnare sulla penisola di fronte e abbiamo trovato un simpaticissimo pescatore che oltre ad essere molto sorridente, si è dimostrato anche molto preparato sulla storia della riserva.
All'alba del giorno dopo ci siamo messi subito in moto e con la sua piccola barcha abbiamo attraversato quella magica laguna di cui ho un'immagine indelebile che per sempre porterò davanti agli occhi. 45 minuti immersi in un paradiso con isole fatte di mangrovie ritte sulle loro radici, uccelli di tutti i colori e delfini che per tutto il tempo hanno seguito il nostro tragitto in più, un vento ed una leggerissima pioggia che ha reso l'atmosfera ancora più sublime.
Una volta arrivati sulla terra ferma ci siamo preparati per iniziare il cammino, dovevamo raggiungere Ariri, piccolo villaggio a 40 km dal punto in cui ci aveva lasciato il pescatore.
Simone ed io avevamo nei nostri zaini tutto il bagaglio di un mese, per lui 30 e per me 25 kg ma senza dubbi e con una buona dose di incoscienza ci siamo avviati verso la meta.
Valter non mi conosceva affatto e non sapeva se avrei retto tanta fatica e soprattutto tanto "non sapere dove stiamo andando", comunque da impavidi abbiamo iniziato a camminare.
Presa la trilha (sentiero) abbiamo attraversato l'isola e siamo arrivati verso mezzogiorno al cospetto dell'Oceano Atlantico. Simone ficou doido, da buon ragazzo del Monte Amiata e non avendo mai visto l'oceano, preso dall'entusiasmo, nonostante non sapesse nuotare, si è buttato in acqua vestito solo della sua folta e naturale pelliccia. Senza far passare troppo tempo io Valter abbiamo fatto lo stesso.
Ci rivestiamo e via di nuovo un passo dopo l'altro a macinare km. Gli zaini erano mano a mano sempre più pesanti e l'unico vantaggio era che il vento tirava in direzione a noi favorevole.
Ci fermiamo a mangiare qualcosa vicino una capanna isolata, probabilmente di proprietà di un pescatore e ogni morso al panino era accompagnato da "lo prendiamo, non lo prendiamo, non possiamo prenderlo, chissà cosa avrà dovuto fare quest'uomo per costruire questo carretto".
Alla fine il "lo prendiamo" ha vinto su tutto e per aiutarci abbiamo preso in prestito il carretto costruito interamente con materiale da riciclo, con l'intenzione di restituirlo una volta arrivati al villaggio Ariri.
Senza l'aiuto di quelle due ruote non saremmo riusciti a sopportare molto a lungo il peso degli zaini anche perchè la pioggia continuava a cadere e ad appesantire la nostra zavorra.
Quella che stavamo attraversando era una praia deserta ma la percezione di vita era molto elevata. A metà del tragitto, davanti ai nostri occhi, come un miraggio, un cavallo, immobile tra i cespugli, ci guardava. Sembrava essere un paradosso eppure era vero, dopo il carretto anche il cavallo. Valter con delle cime ed una camicia riesce ad arrangiare una capezza e con l'aiuto di una delle nostre preziosissime mele prendiamo quello che sembrava assomigliare piuttosto ad un mulo. Mentre ci accingiamo a legarlo al carro, in lontananza appare un uomo che con fare piuttosto tranquillo si avvicina con la sua bicicletta. Una volta raggiuntici non dice una parola ma porta con se un macete per niente rassicurante. Lunghi attimi di silenzio vengono rotti dalla sua domanda: "aonde è que voces vao com o meu cavalo" . Con grande savoir faire Valter gli spiega, mentendo spudoratamente, che io mi sono fatta male e che trovandoci in grande difficoltà vogliamo solo farci aiutare dal suo amorevole animale. Ci sorride e ci chiede gentilmente di lasciarlo.
Riprendiamo il nostro viaggio dicendo che in fondo ci è andata bene e che prima che arrivi anche il proprietario del carretto è meglio sbrigarsi .
Le ultime parole famose... non molto tempo dopo eccoli tutti e due con le loro biciclette, quello del cavallo era andato a chiamare quello del carretto.
Non un solo momento il sorriso ha lasciato i loro visi, nonostante gli fossimo andati a rubare in casa hanno dialogato pacificamente, anzi hanno chiesto scusa a noi perchè ci hanno tolto quello che sembrava esserci indispensabile. Gli abbiamo lasciato dei soldi per il disturbo e siamo andati avanti.
Il panorama era più o meno sempre lo stesso ma la vera costante era costituita dagli avvoltoi che mai hanno smesso di volteggiarci sulla testa. Aspettavano che ci venisse un colpo, non vedevano l'ora di mangiarci!
Sulla spiaggia oltre alle bellissime conchiglie abbiamo trovato molti corpi di animali, addirittura quello di un pinguino. Ogni tanto una capanna con qualche anima ma per lo più era solo sabbia e mare, mare e sabbia.
Di fronte a noi sempre più minaccioso un temporale si stava avvicinando mentre il sole cominciava a scomparire. Ormai era tardi e di Ariri neanche l'ombra.
Si poteva piantare la tenda per ripartire il giorno dopo ma tra il vento e la pioggia la decisione di andare avanti era l'unica possibile.
Ormai nel buio pesto e ignari della distanza che ci divideva dal villaggio continuavamo a camminare. La marea si stava alzando e il lembo di spiaggia su cui camminavamo era sempre più piccolo. L'ultimo tratto lo abbiamo percorso attaccati alle mangrovie con i piedi immersi nell'acqua e la paura di affogare portati via dalla forza dell'oceano.
Due occhi sono stati il mio sollievo. La lampada che avevo sulla testa ha illuminato gli occhi di un gatto e subito dopo il viso di un uomo. Finalmente, alle 9 e 30 di sera abbiamo raggiunto Ariri.
Con grande ospitalità siamo stai accolti in questo villaggio fatto di poche capanne, sentieri e piccoli pannelli solari, unica fonte energetica disponibile.
Gli abitanti ci offrono una doccia e un preziosissimo tetto che altro non è che la capanna in cui fanno le feste la domenica e dove ci siamo buttati a dormire, esausti, per terra.
Persone estremamente semplici che vivono di pesca e poco altro, una piccola comunità in cui alcuni non sanno neanche cosa sia Rio de Janeiro.
La mattina dopo il rischio di restare bloccati ad Ariri è alto, il maltempo ci perseguita ma riusciamo a convincere un pescatore a portarci con la sua barca sull'isola del Cardoso.
Arrivati a terra ricominciamo a camminare. Dopo i 40 Km del giorno prima le nostre gambe implorano riposo ma non possiamo fermarci.
Si va avanti a piedi nudi, i nostri scarponi sono zuppi d'acqua, tanto che ad un certo punto decido di abbandonare i miei davanti ad una delle baracche che incontriamo; non solo quelli però, tra medicine, asciugamani e vestiti, sono arrivata a destinazione con 10 kg in meno.
Stesso identico panorama e vento e pioggia e mai la fine. Qualche piccola costruzione in legno mi fa sperare che stiamo per raggiungere la nostra meta ma è sempre un falso allarme.
Simone e Valter hanno il passo un pò più lungo del mio e spesso resto indietro. Quando decidono di fare una deviazione verso l'interno nella speranza di incontrare qualcuno a cui chiedere un'indicazione, io vado avanti per recuperare la distanza e, superato il punto in cui hanno girato, mi allontano di alcuni m. Mi fermo e cerco di riposare un pò riparandomi dietro alcuni cespugli. E' stato un momento direi cinematografico: io seduta con la telecamera puntata davanti che commento il nostro viaggio dicendo che non arriveremo mai a destinazione e che non ce la faccio più e che tutti quegli avvoltoi mi stanno inquietando. Segni evidenti di una crisi di nervi. Dopo poco la voce di Valter che mi dice di tornare indietro, rompe il mio delirio, ha trovato il punto di attraversamento dell'isola, il sentiero che ci avrebbe condotto a destinazione.
Il grande sollievo che ho provato mi ha anche dato al forza di alzarmi e di camminare e finalmente dopo qualche ora eccoci a Cardoso dove addirittura abbiamo trovato un ristorante. Ci prendiamo il meritato riposo, ci sediamo a tavola e mangiamo come tre turisti, contrattando un pasto per 8 reali. Ci siamo asciugati per quanto possibile e siamo ripartiti in barca per raggiungere Cananeia da dove prendere il pullman per San Paolo.
In totale 60 km percorsi sulla sabbia, sotto vento e pioggia, solo un giorno e mezzo di cammino ma un viaggio talmente intenso che ancora oggi mi sembra sia durato una settimana.
Quello che ti resta sicuramente dentro è la sensazione di aver vinto una sfida; non sapevamo dove stavamo andando (almeno per me e Simone era così) ne quanti km avremmo dovuto fare, avevamo con noi solo un pò di pane, 4 litri di acqua, degli schifosissimi wurstel e una fantastica poltiglia di arachidi tritati e zucchero di canna, eppure siamo andati e senza porci troppi interrogativi abbiamo messo un piede davanti l'altro senza mai guardarci indietro.
Lo rifarei 100 volte e così, alla stessa maniera senza cambiare neanche una virgola!

sabato 22 settembre 2007

ERASMUS, racconto di viaggio

Lisbona, agosto 1998 - aprile 1999

Tutto iniziò il 19 agosto quando con Luca prendemmo l’aereo per raggiungere la splendida Lisbona.
Inutile stare a raccontare tutto quello che abbiamo fatto anche perché ci vorrebbe esattamente lo stesso tempo che abbiamo passato lì, otto mesi.
Episodi strani, conoscenze assurde e viaggi che non avrei mai immaginato di fare.
Aver partecipato al progetto Socrates – Erasmus ha significato moltissimo per me e ogni giorno passato a Lisbona è stato un’occasione per conoscere ed imparare.
Feci domanda per via dell’insistenza di Martina (che non finirò mai di ringraziare) perché io, povera complessata, ero convinta che mai sarei riuscita ad imparare una lingua straniera. Mi sbagliavo di grosso, dopo poco tempo cominciai a cavarmela e alla fine della mia esperienza ero ormai perfettamente mimetizzata tra “os portugas”.
Dimenticai cosa fossero gli spaghetti e presi tutte le loro abitudini, questo anche grazie al fatto che con Luca decidemmo presto di dividerci e così finimmo, io a casa con Brassalano e Pedro, e lui con Alberto e Carlos.
Lisbona ha una luce particolare, quasi accecante, è un posto strano dove tutto cambia improvvisamente.
Capitai lì proprio l’anno dell’expo ’98, avevano trasformato un quartiere degradato in una mini città ultratecnologica. Un giorno quando salii sulla metro per raggiungere la Gare d’Oriente decisi di scendere in tutte le stazioni e vedere fuori cosa c’era, fu scioccante. Si passava da zone bellissime a posti fetentissimi pieni di persone mal messe. Molto probabilmente i miei occhi in Italia non vedono come videro in Portogallo ma lì il divario tra ricchi e poveri sembrava essere così tangibile da toccarti l’anima.
Tra i tanti momenti bellissimi, sono anche molte le scene che ricordo con turbamento ma sono contenta di non essermi limitata ad andare a vedere qualcosa di raggiungibile anche solo stando in tabaccheria a guardare delle cartoline.
Viaggiai molto in autostop un po’ in tutta la penisola iberica e questo mi diede la possibilità di conoscere tanta gente e tanti posti dove altrimenti non sarei mai passata (se mi concederanno lo spazio vi racconterò la traversata Lisbona – Valencia – Madrid – Lisbona).
Rui, Gonçalo, Antonino, Brassa, Pedro e tanti altri sono gli amici che mi hanno accompagnato in questa esperienza e che con le loro famiglie mi hanno fatto conoscere da vicino abitudini e costumi di un popolo che a volte sembra essere avanti di 30 anni rispetto a noi e a volte il contrario.
Bella gente i portoghesi, sembra che abbiano la puzza sotto il naso e invece quando passano un po’ di tempo insieme a te e capiscono che possono fidarsi sono i tuoi migliori amici, un po’ come i sardi!
Se dici Portogallo però, dici anche Brasile, Africa, India, Cina e questo ti deve far pensare ad un miscuglio di razze e culture che crea un cocktail eccezionale. Visi particolari venuti fuori da incontri amorosi senza confini, uno spettacolo!!!
C’era tanto da osservare niente si somigliava, i quartieri, i locali, le strade, i mezzi di trasporto, le persone.
Il tramonto più bello della mia vita l’ho visto ­a Costa da Caparica mentre i pescatori aprivano in spiaggia le reti e i gabbiani interrompevano il compatto rosso del sole.
Sono stata “anche all’Università” e ho visto che lì le cose sono organizzate un po’ meglio che da noi. I prof. lavorano per gli studenti e tutto viene fatto per soddisfare le loro esigenze. Se lavori fanno delle lezioni di recupero a parte, le tasse sono bassissime e la mensa ha per tutti lo stesso prezzo. Ho anche partecipato ad un’occupazione di due giorni, furono aumentate le tasse e in un attimo gli studenti si organizzarono per la protesta. Incatenarono il portone e non fecero entrare più nessuno, chiamarono i giornali e la tv e fecero sentire le loro ragioni.
Grandi feste durante tutto l’anno e tutte nel bellissimo chiostro della facoltà. Anche la goliardia non mancava, le matricole venivano tormentate di continuo per almeno una settimana e poi continuavano a subire per lungo tempo comunque senza andare mai oltre lo scherzo.
Inutile andare avanti, sono troppe le cose da dire. Posso darvi solo un consiglio, cercate di fare anche voi come me, se partite per l’Erasmus non perdete tempo coi vostri connazionali o con gli altri erasmus, frequentateli quanto basta altrimenti con voi porterete solo una serie di belle serate in stato di ubriachezza.
Io sono cresciuta, il mio spirito d’adattamento è cresciuto e soprattutto ho visto che si vive bene anche lasciando le cose e le abitudini a cui sei morbosamente attaccato.
Mi raccomando però, occhio all’esterofilia!

Portugal - Lisboa abril 2006

IAAS - regional meeting - incontro degli studenti di Scienze Agrarie del Sud Europa



Questa volta mi sono spacciata per una studentessa di agraria ma sono stata all'altezza della parte!
Credo di non aver mai riso tanto in vita mia e per questo devo un grazie particolare ai miei fantastici amici sardi e a Faiska e Tosè "os moçambi" che ci hanno portato a zonzo a tempo di unz unz!!!
Zhu e Fra non mi dimenticherò mai della notte del bruciailpelodelculo.

Brasile/Argentina - agosto 2006

Il viaggio della speranza

Partenza da Milano, arrivo a Recife cioè lontani migliaia di Km dalla nostra meta. Ad attenderci la famiglia di Amauri che nonostante le ore di ritardo ci accoglie con un bellissimo sorriso. Da subito ci rendiamo conto che non sarebbe stata un'esperienza come tante.
La prima notte dormiamo a casa loro, a Curado, nella periferia di Recife. Una casa umile ma che con l'ospitalità con cui ci è stata concessa è stata meglio di un 5 stelle.
Proprio in quei mesi la Varig fallì e i prezzi degli aerei divennero impossibili. Fu per questo che io e Simone decidemmo di raggiungere Curitiba con il pullman... solo 52 ore di viaggio!!! Fu allucinante ma ora sappiamo per certo che non c'è miglior modo di conoscere un paese.
Da nord a sud tutto è in continua mutazione, il colore della pelle che da scura diventa chiara, gli autogrill che da brutti e fetenti diventano eleganti e cari, le case che prima sono fatte di cartone e materiale da riciclo, poi di foratini assemblati semplicemente uno sull'altro e mano a mano diventano intonacate e stabili, il sapone nei bagni pubblici che da acqua passa ad essere denso e "sapone".
Ad ogni sosta del pullman i brasiliani fanno una doccia, si lavano tantissimo, peccato che lo facciano in mezzo agli scarrafoni!!!
Io e simone in quei tre giorni abbiamo preferito non lavarci perchè ci faceva meno impressione essere sporchi di nostri essudati piuttosto che utilizzare certe strutture.
Durante il tragitto è successo di tutto, per lo più si è trattato di storie di "merd" visto che i cari batteri brasileiros mi hanno colpita praticamente subito e mi hanno fatto fare il viaggio non proprio in salute. Purtroppo per noi anche qualcun altro non doveva sentirsi bene e ha fatto in modo che il voltastomaco la facesse da padrone nel pullman.
Siamo stati fortunati a non aver subito rapine visto che sui "colletivos" è all'ordine del giorno. Comunque come da nostri piani, siamo riusciti ad arrivare a destinazione sani e salvi ed in tempo per l'inizio del symposium.
Se dovessi tornare indietro nel tempo rifarei lo stesso viaggio anche se mi regalassero il biglietto aereo, abbiamo conosciuto un sacco di gente colorita che ci ha raccontato molte di quelle storie che finchè non le vivi pensi non siano possibili.
Foi uma viajem espetacular!!!

Io

Quando sono nata la prima cosa che mi sono chiesta è stata cosa ci facessi io in questo mondo e da allora non ho più smesso di chiedermelo. Vago tra un interesse e l'altro senza mai fermarmi ma se non altro faccio quasi tutto con grande passione e per cosa più, per cosa meno, il risultato è sempre abbastanza soddisfacente.
Sono una donna fortunatissima perchè ho tanti amici che adoro e che a volte sono stati presenti e fondamentali quanto la mia famiglia se non di più.
Studio Scienze Forestali da un'eternità e purtroppo entro un anno la mia idilliaca esperienza universitaria terminerà perhè mi laurerò.
Per il resto ci vuole tempo ma un post alla volta il mio racconto sarà più completo!


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