sabato 22 settembre 2007

ERASMUS, racconto di viaggio

Lisbona, agosto 1998 - aprile 1999

Tutto iniziò il 19 agosto quando con Luca prendemmo l’aereo per raggiungere la splendida Lisbona.
Inutile stare a raccontare tutto quello che abbiamo fatto anche perché ci vorrebbe esattamente lo stesso tempo che abbiamo passato lì, otto mesi.
Episodi strani, conoscenze assurde e viaggi che non avrei mai immaginato di fare.
Aver partecipato al progetto Socrates – Erasmus ha significato moltissimo per me e ogni giorno passato a Lisbona è stato un’occasione per conoscere ed imparare.
Feci domanda per via dell’insistenza di Martina (che non finirò mai di ringraziare) perché io, povera complessata, ero convinta che mai sarei riuscita ad imparare una lingua straniera. Mi sbagliavo di grosso, dopo poco tempo cominciai a cavarmela e alla fine della mia esperienza ero ormai perfettamente mimetizzata tra “os portugas”.
Dimenticai cosa fossero gli spaghetti e presi tutte le loro abitudini, questo anche grazie al fatto che con Luca decidemmo presto di dividerci e così finimmo, io a casa con Brassalano e Pedro, e lui con Alberto e Carlos.
Lisbona ha una luce particolare, quasi accecante, è un posto strano dove tutto cambia improvvisamente.
Capitai lì proprio l’anno dell’expo ’98, avevano trasformato un quartiere degradato in una mini città ultratecnologica. Un giorno quando salii sulla metro per raggiungere la Gare d’Oriente decisi di scendere in tutte le stazioni e vedere fuori cosa c’era, fu scioccante. Si passava da zone bellissime a posti fetentissimi pieni di persone mal messe. Molto probabilmente i miei occhi in Italia non vedono come videro in Portogallo ma lì il divario tra ricchi e poveri sembrava essere così tangibile da toccarti l’anima.
Tra i tanti momenti bellissimi, sono anche molte le scene che ricordo con turbamento ma sono contenta di non essermi limitata ad andare a vedere qualcosa di raggiungibile anche solo stando in tabaccheria a guardare delle cartoline.
Viaggiai molto in autostop un po’ in tutta la penisola iberica e questo mi diede la possibilità di conoscere tanta gente e tanti posti dove altrimenti non sarei mai passata (se mi concederanno lo spazio vi racconterò la traversata Lisbona – Valencia – Madrid – Lisbona).
Rui, Gonçalo, Antonino, Brassa, Pedro e tanti altri sono gli amici che mi hanno accompagnato in questa esperienza e che con le loro famiglie mi hanno fatto conoscere da vicino abitudini e costumi di un popolo che a volte sembra essere avanti di 30 anni rispetto a noi e a volte il contrario.
Bella gente i portoghesi, sembra che abbiano la puzza sotto il naso e invece quando passano un po’ di tempo insieme a te e capiscono che possono fidarsi sono i tuoi migliori amici, un po’ come i sardi!
Se dici Portogallo però, dici anche Brasile, Africa, India, Cina e questo ti deve far pensare ad un miscuglio di razze e culture che crea un cocktail eccezionale. Visi particolari venuti fuori da incontri amorosi senza confini, uno spettacolo!!!
C’era tanto da osservare niente si somigliava, i quartieri, i locali, le strade, i mezzi di trasporto, le persone.
Il tramonto più bello della mia vita l’ho visto ­a Costa da Caparica mentre i pescatori aprivano in spiaggia le reti e i gabbiani interrompevano il compatto rosso del sole.
Sono stata “anche all’Università” e ho visto che lì le cose sono organizzate un po’ meglio che da noi. I prof. lavorano per gli studenti e tutto viene fatto per soddisfare le loro esigenze. Se lavori fanno delle lezioni di recupero a parte, le tasse sono bassissime e la mensa ha per tutti lo stesso prezzo. Ho anche partecipato ad un’occupazione di due giorni, furono aumentate le tasse e in un attimo gli studenti si organizzarono per la protesta. Incatenarono il portone e non fecero entrare più nessuno, chiamarono i giornali e la tv e fecero sentire le loro ragioni.
Grandi feste durante tutto l’anno e tutte nel bellissimo chiostro della facoltà. Anche la goliardia non mancava, le matricole venivano tormentate di continuo per almeno una settimana e poi continuavano a subire per lungo tempo comunque senza andare mai oltre lo scherzo.
Inutile andare avanti, sono troppe le cose da dire. Posso darvi solo un consiglio, cercate di fare anche voi come me, se partite per l’Erasmus non perdete tempo coi vostri connazionali o con gli altri erasmus, frequentateli quanto basta altrimenti con voi porterete solo una serie di belle serate in stato di ubriachezza.
Io sono cresciuta, il mio spirito d’adattamento è cresciuto e soprattutto ho visto che si vive bene anche lasciando le cose e le abitudini a cui sei morbosamente attaccato.
Mi raccomando però, occhio all’esterofilia!

1 commento:

Unknown ha detto...

si Claudia, il tuo viaggio e le tue esperienze sono state belle, raccontarle da solo una vaga idea di cosa si prova....continua così e tienici informati
ciao
Andrea

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